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Cosa non si fa per 8 nanosecondi di celebrità.


Qualche mese ci aveva provato accusando Veronica Lario di avere una relazione con il responsabile della sicurezza di Villa Macherio. Ma non se l'era cagata nessuno. Ieri ci ha riprovato, da par suo. Per protestare contro l'uso del burqa, Daniela palle di velluto e tette di silicone Santansciè ha pensato bene di andare a fare una piazzata al Teatro Ciak di Milano, dove si stava svolgendo la festa islamica per la fine del Ramadan.

Il tutto con argomentazioni di un certo spessore: "Qui siamo in Italia e non in un califfato!!", la Santansciè ha anche cercato di strappare il velo ad alcune donne musulmane che partecipavano alla cerimonia. Prevedibile, quanto scontato, il conseguente parapiglia tra alcuni partecipanti alla festa e l'entourage dell'illustre signora. Morale della favola? La pasionaria, nonostante gli airbag,  è finita all'ospedale con una prognosi di 20 giorni.

Cosa aggiungere? Daniela Santansciè è persona di prestigio e levatura. Da sempre sobria e moderata - come dimenticare lo storico slogan ''Calci nel sedere agli immigrati clandestini" - di lei si ricordano prodezze memorabili: il gesto del dito medio rivolto agli studenti che contestavano la riforma Moratti (vedi foto), nonché la proposta di una porno-tax, ovvero un'imposta per chi ha la manina agitata. Impagabile.

Ma poi, mi dice chi se ne intende, la Santansciè è elegante e si veste bene. Quindi lasciamola lavorare.




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