Cippi Pitschen - Muri bianchi popolo muto





Cippi Pitschen - Muri bianchi popolo muto


Le scritte sui muri sono sempre state una sua grande passione, e forse la grande simpatia che ho per il personaggio viene anche da lÏ. Ma Cippi Pitschen ne aveva di storie da racontare, e con le sue fotografie un bel po' ce ne ha raccontate. Difficile descrivere la figura in poche righe. Padre svizzero e madre francese, nasce a Pontedera (Pisa) nel febbraio del 1941. Preso il diploma al liceo nautico si imbarca e passa quarant'anni per mare, come ufficiale della marina commerciale svizzera (sÏ, avete capito bene, marina svizzera).

Nel frattempo scrive, traduce dal cinese le 300 poesie T'ang e rischia di far pubblicare Tolkien per primo in Italia. Quando perù scopre la macchina fotografica decide che quello è lo strumento. Oggi il suo archivio di circa 50mila scatti Ë un'eredità importante per tutti noi. C'è tanto mare, ma ci sono anche la Cina e l'Unione Sovietica, ci sono i porti di mezzo mondo. Tutto con approccio molto lo-fi, lo scatto prima di tutto. C'è anche lo straordinario reportage sulla realizzazione del murales di Keith Haring a Pisa nel 1989, una delle ultime opere dell'artista newyorkese.

Cippi era affascinato dalle scritte murali, le fotografava appena poteva, in Toscana e durante i suoi viaggi. I muri per lui parlavano, e con la macchina fotografica catturava le loro voci. Erano la testimonianza di uno slancio, perchè per scrivere su un muro bisogna prendersi la briga di farlo. Amore, odio, rabbia, noia, a volte veri e propri lampi di genio oppure semplici cazzate.

La Tagete Edizioni di Pontedera ha pubblicato quattro volumi dedicati agli scatti murali di Cippi, che non potevano che chiamarsi Muri bianchi popolo muto, un must per gli AMANTI DEL GENERE come quei mattacchioni di StarWalls.it.

Per chi volesse approfondire, qui c'è il sito di Cippi.

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